PROGRAMMA OPERATIVO ANNUALITA’ 2024 REG. UE 2115/2021
Promozione, sviluppo e attuazione di metodi e tecniche di produzione rispettosi dell’ambiente (art. 46 lettera e del Reg. UE 2215/2021)
Servizi di consulenza e assistenza tecnica per quanto riguarda le tecniche sostenibili di lotta contro gli organismi nocivi e le malattie (art. 47 par. 1 lettera b Reg. UE 2215/2021)
L’attuazione di pratiche sostenibili e per mantenere, preservare e migliorare il livello di qualità dei prodotti
Programma finanziato con il contributo della Unione Europea e dell’Italia
Regg.(UE) 2215/2021
Annualità 2024
BOLLETTINO N. 4 VALIDO DAL 01/06/2024 AL 15/06/2024
Lavorazioni: In conseguenza delle ripetute piogge pomeridiane distribuite un po’ ovunque, lo sviluppo delle erbe appare molto elevato. Pertanto negli oliveti inerbiti è indispensabile effettuare lo sfalcio lasciando le erbe sul posto ciò arricchirà il terreno di sostanza organica, ridurrà i fenomeni erosivi e creerà una pacciamatura naturale che ombreggerà il terreno sottostante riducendo la perdita di acqua per evaporazione nel periodo successivo.
Controllo dei parassiti: In questo periodo le piante di olivo si trovano ancora nella fase della fioritura. Si consiglia di evitare inutili interventi fitosanitari di ogni genere che possono danneggiare il fiore o bloccare la pianta. Si ricorda che il rame, specialmente a concentrazioni più elevate, ha un effetto ustionate per il fiore stesso.
La tignola dell’olivo è l’unico parassita presente sul campo. In questo periodo sta svolgendo la prima generazione antofaga che colpisce i fiori. Non si consigliano trattamenti di alcun genere, in quanto vietati sulle piante in fiore, stressanti e quindi riducenti l’allegagione e con costo paragonato al beneficio derivante dalla morte di questo insetto irrilevante sia per la generazione corrente e sia per quella successiva.
Concimazioni: se la fioritura non fosse ancora avvenuta, per coloro che hanno trovato giovamento nella concimazione con il boro e con l’azoto a pronto effetto (nitrato) si consiglia l’apporto come sali al suolo. Tale concimazione viene meglio sostituita con l’apporto del boro come chelati il primo ed dell’urea per il secondo elemento da somministrare tramite concimazione fogliare.
Appresso alcune indicazioni utili da seguire dalla fine di maggio in poi.
La concimazione fogliare può essere quindi utilizzata in condizioni di necessità sia come una concimazione di soccorso per soddisfare specifiche esigenze di elementi nutritivi in determinati organi della pianta in particolari periodi del ciclo vegeto-produttivo, sia come un’integrazione alla concimazione al terreno per limitare sprechi e rischi di inquinamento.
Per coloro che non sono mai ricorsi a questa concimazione fogliare, per valutarne empiricamente i risultati è consigliabile adottare questa pratica solamente su una parte dell’oliveto per maturare l’esperienza necessaria in almeno un triennio al fine di valutarne l’efficacia in termini di allegazione. Nell’ipotesi che non si osservino benefici è probabile che la riduzione dell’allegazione sia imputabile a cause differenti dalla carenza di boro.
L’applicazione del boro deve avvenire con una soluzione non superiore allo 0,1% sottoforma possibilmente di chelati.
Siccome si tratta di una sorta di trattamento per un ettaro di oliveto bisogna somministrare circa 10 q di acqua ossia 1000 litri (l’irrorazione va interrotta quando si verifica il gocciolamento) che si traduce in circa 1 litro ad ettaro.
Con l’occasione è consigliabile somministrare, in ogni intervento di concimazione fogliare anche urea opportunamente disciolta in acqua nella dose di 1-1,5 massimo 2 kg/q di acqua che tradotto corrispondono al massimo a 10-15 q/ha o poco più.
L’urea riesce ad attraversare la cuticola cerosa dell’epidermide fogliare (impermeabile ad acqua e sostanze polari) in virtù del fatto che è apolare. Le molecole presenti in forma ionica (derivanti da sali disciolti nella soluzione) sono invece assorbite con maggiore difficoltà, avendo come siti di penetrazione solamente gli stomi e altre piccole aperture (pori cuticolari). L’azoto ureico, una volta assorbito per via fogliare, è anche rapidamente traslocato verso le infiorescenze o i frutti.
L’urea facilita l’assorbimento anche di altri concimi fogliari (volendo anche di fitofarmaci che agiscono in modo citotropico) e incrementa la crescita delle drupe (olive).
Pertanto oltre che vicino e poco dopo la fioritura (allegagione), questa concimazione può essere ripetuta fino al massimo alla metà di settembre in occasione ai trattamenti contro la mosca delle olive.
Oltre tale periodo si consiglia di non andare, in quanto l’azoto potrebbe indurre una eccessiva vegetazione che potrebbe prolungarsi anche nel mese di ottobre e volendo novembre con il rischio di danni da freddo in caso si verifichino brinate precoci autunnali e, se la pianta viene raccolta con macchine scuotitrici tipo tornado o altri, il distacco della corteccia dal tronco, con gravi danni alla pianta.
Altri elementi nutritivi potrebbero risultare necessari solo in caso di carenze (per il potassio ad esempio nei nostri terreni è sempre molto abbondante e quasi mai serve integrarlo con la concimazione).
Evitare di somministrare i concimi fogliari, compresa l’urea, nelle giornate particolarmente secche dove la traspirazione fogliare potrebbe risultare più alta (esempio in giornate dove il tasso di umidità scende sotto il 70%), oppure quando la temperatura supera i 25°C o ancora tira vento (oltre 7-8 Km/h) in quanto l’acqua, evaporando velocemente non permette l’assorbimento di questi sali somministrati.
L’ingresso del nutriente avviene entro 24-48 ore dopo il trattamento, e in particolare nelle prime ore: per l’azoto, ad esempio, con condizioni ambientali favorevoli, il 50-70% di quello somministrato è assorbito entro un giorno dalla somministrazione. L’assorbimento avviene soprattutto attraverso la pagina inferiore delle foglie.
Altresì vanno evitate giornate piovose che dilaverebbero i concimi somministrati alle foglie.
Per i motivi sopra esposti si consiglia, infine, di effettuare le concimazioni fogliari di sera o di mattina per permettere ai nutrienti di penetrare all’interno delle foglie in tempi più lunghi, malgrado in questi momenti l’apertura degli stomi risulta più bassa.
Il tecnico
Dott. Agr. Amadei Pierluigi